I risvolti negativi della quinoa: possibili rischi per la salute
I risvolti negativi della quinoa

Può mettere a repentaglio salute e ambiente

La chiamano il “grano miracoloso delle Ande”, per la sua provenienza sudamericana e per le sue proprietà nutrizionali che sempre più vengono decantate da specialisti e seguaci delle mode alimentari: stiamo parlando della quinoa, un alimento che però presenta alcuni risvolti negativi che è opportuno mettere in luce.

Le caratteristiche positive della quinoa

La quinoa è considerata alla stregua di un cereale anche se di fatto non lo è: si tratta piuttosto di uno pseudo-cereale, che appartiene alla famiglia delle barbabietole e degli spinaci e non a quella delle graminacee. I suoi semi tuttavia sono molto simili ai chicchi dei cereali più comuni e, cosa più importante, possono produrre – se sottoposti a macinazione – una farina che contiene una buona percentuale di amido: questo consente alla quinoa di essere considerata a livello merceologico un cereale.

Il successo della quinoa è dovuto alle caratteristiche per cui da secoli le popolazioni rurali andine, in modo particolare quelle della Bolivia dove questo alimento è particolarmente diffuso, ne hanno fatto un elemento fondamentale della propria dieta: si tratta di un cibo privo di glutine e dotato di elevate proprietà nutrizionali, tra cui spicca la ricchezza di proteine, carboidrati e fibre alimentari. Rispetto agli altri cereali, la quinoa ha meno carboidrati, più minerali e più grassi e può essere mangiata anche da chi soffre di celiachia. Ecco spiegato il successo di questo alimento tra vegani e vegetariani, che vi ricorrono come alternativa ai cibi animali.

La quinoa: i rischi per la salute e per l’ambiente

Quinoa e problemi per l'ambiente e la salute

Ma esiste anche, per quanto non così pubblicizzato, un aspetto meno positivo della quinoa. Essa contiene infatti composti tossici che hanno effetti irritanti per l’intestino: gli ossalati, che combinandosi con zinco, magnesio e ferro ne impediscono l’assorbimento da parte dell’organismo. Le conseguenze possono essere problemi di digestione (a proposito, sapete che la Bresaola della Valtellina IGP è un cibo amico? Ne parliamo qui), infiammazioni e persino calcoli renali. Ci sono poi le saponine, che possono intaccare la mucosa gastrica e causare addirittura dei buchi, attraverso cui batteri, tossine e sostanze nocive possono penetrare nel sangue senza più essere filtrate dall’intestino. La quantità di proteine contenute dalla quinoa, inoltre, può essere considerata elevata se confrontata con i cereali, ma attuando il paragone con i legumi, le carni e i sulmi, essa non si rivela affatto una buona fonte proteica: basti comparare gli 8 g di proteine di una porzione di quinoa con i 26 g di una fetta di carne del peso di 100 g.

Infine, ma non ultimo, tra i problemi originati dalla quinoa ci sono non solo quelli legati alla salute ma anche quelli ambientali: per la produzione di questo alimento sono impiegati in larga quantità fertilizzanti di scarsa qualità e concimi chimici, che hanno l’effetto di inaridire i terreni, e vengono confinati in allevamenti in zone collinari i lama e gli alpaca, la cui fertilizzazione naturale è estremamente importante per l’equilibrio dell’ecosistema locale sudamericano.