Prosciutto cotto senza polifosfati e senza glutine Menatti
Prosciutto cotto senza polifosfati e senza glutine

L’assenza di additivi e di allergeni nel prosciutto garanzia di qualità

Il prosciutto cotto è uno dei primi salumi da dare ai bambini durante lo svezzamento (scopri a che età iniziare a mangiare i salumi): oltre al suo gusto rotondo e appetitoso, che piace a tutte le età, e alla consistenza più morbida rispetto a prosciutto crudo e bresaola, che possono provocare rischi di soffocamento nei bambini più piccoli, il profilo nutrizionale del prosciutto cotto è particolarmente indicato per l’età dello sviluppo e della crescita. Attenzione però a scegliere per i più piccoli un prosciutto cotto genuino e di qualità: ecco come riconoscerlo.

 

Prosciutto cotto senza polifosfati aggiunti: cosa significa

La principale distinzione fra diverse tipologie di prosciutto cotto è quella, in ordine di qualità, tra prosciutto cotto alta qualità, prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto semplice (leggi l’articolo “Prosciutti cotti: quali sono le differenze?”). I prosciutti cotti certificati con il marchio alta qualità si caratterizzano, oltre che per una minore percentuale di acqua contenuta nella carne suina lavorata, anche per il fatto di non contenere polifosfati aggiunti. I polifosfati sono additivi alimentari utilizzati a livello di produzione industriale per migliorare alcune proprietà degli alimenti: per esempio è possibile trovare queste sostanze – indicate in etichetta con i codici E450 (difosfati), E451 (trifosfati) e E452 (polifosfati) – all’interno di alimenti quali formaggi, sottilette, chewing gum, merendine confezionate e zuppe pronte, con la funzione di rendere questi prodotti più morbidi e spalmabili o per modificarne il livello di idratazione in quanto i polifosfati trattengono l’acqua.

I polifosfati nel prosciutto cotto sono impiegati proprio a questo scopo: con l’aggiunta di tali additivi alimentari emulsionanti nella lavorazione delle carni, mescolandoli alla parte grassa delle cosce suine, si riesce ad aumentare la percentuale di acqua trattenuta nel prosciutto e, di conseguenza, a rendere la carne più morbida. Riconoscere i prosciutti cotti che contengono polifosfati è semplice, poiché queste sostanze conferiscono al prodotto un aspetto più lucido e gelatinoso. Tuttavia, i polifosfati sono nocivi per la salute se introdotti in grandi quantità (la dose giornaliera di polifosfati non dovrebbe superare i 40 mg per kg di peso corporeo): un consumo eccessivo di polifosfati può comportare difficoltà nell’assimilazione di calcio, magnesio, ferro e altri minerali. Nei bambini e nei neonati questo può causare carenze di calcificazione dell’apparato scheletrico in formazione e sviluppo: ecco perché è sempre meglio preferire prosciutto cotto senza polifosfati per l’alimentazione dei bambini.

 

Prosciutto cotto senza glutine: il prosciutto gluten-free per tutti

Il prosciutto cotto senza allergeni è anche un prosciutto senza glutine. In generale il prosciutto cotto è considerato tra gli alimenti a rischio per chi soffre di celiachia, in quanto il contenuto di glutine potrebbe superare la soglia di 20 ppm. Ma come fa il prosciutto cotto a contenere glutine? Al di là delle possibili contaminazioni accidentali durante il processo di produzione, la presenza di glutine può derivare dagli additivi alimentari che vengono aggiunti al prosciutto nella fase di salagione: nella salamoia utilizzata possono essere infatti disciolti aromi naturali, sale, nitriti e nitrati e in alcuni casi anche glutammato.

Il prosciutto gluten-free è pertanto un prodotto di carne suina ottenuto senza l’aggiunta di glutine durante la lavorazione, una garanzia di digeribilità e benessere per tutti i consumatori che soffrono di intolleranze alimentari senza per questo dover rinunciare al profumo e al gusto del prosciutto cotto italiano di qualità.

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