quando non mangiare salumi: diabete, colesterolo, gravidanza
Quando è meglio non mangiare i salumi?

Il consumo di affettati e insaccati in caso di patologie o particolari stati di salute

Salumi e affettati sono alimenti di origine animale considerati dai nutrizionisti parte integrante di un regime alimentare sano ed equilibrato ispirato ai dettami della dieta mediterranea. Come abbiamo ripetuto più volte, eliminare del tutto la carne dalla dieta non è una scelta felice perché non è possibile sostituire l’apporto proteico dei cibi animali con alternative vegetali (scopri di più) e perché spesso anche gli alimenti vegani sostituti o surrogati della carne si rivelano in realtà prodotti iper processati dell’industria alimentare (scopri di più).

Ci sono però dei casi in cui il consumo di salumi deve essere limitato oppure addirittura azzerato, in relazione a specifiche condizioni di salute: scopriamo quali.

 

Salumi in gravidanza

Mangiare salumi quando si è incinta può essere rischioso, ma solo se le donne in gravidanza sono esposte al rischio toxoplasmosi. Le donne in dolce attesa che non hanno contratto in precedenza tale infezione causata da un batterio parassita – assolutamente innocua per gli adulti, ma molto pericolosa per il feto in formazione – devono evitare di consumare alimenti crudi durante la gravidanza, poiché questo parassita può trasmettersi anche attraverso il cibo non cotto. Ci sono però alcune eccezioni: le donne in gravidanza possono mangiare salumi cotti, come il prosciutto cotto e la mortadella, senza alcun rischio toxoplasmosi perché il processo di cottura ad alte temperature cui vengono sottoposte le carni durante la lavorazione uccide i batteri. Un altro metodo sicuro per mangiare affettato in gravidanza è quello di congelare i salumi: anche le temperature sottozero, infatti, mettono al sicuro dal rischio toxo (scopri di più).

Chi invece non è a rischio toxoplasmosi può tranquillamente mangiare salumi prima del parto: sono buoni, danno energia e contengono molti nutrienti importanti.

 

Salumi con il diabete

Chi soffre di diabete di tipo 2 deve necessariamente modificare la dieta quotidiana in modo da evitare alimenti che causano picchi glicemici e possono di conseguenza causare disturbi e problemi. Tra i cibi ideali per i diabetici, fortunatamente, ci sono carni e salumi che hanno un indice glicemico pari a 0 (scopri di più) al pari di altri alimenti di origine animale come il pesce, le uova e i formaggi stagionati, e hanno un contenuto di carboidrati nullo. Addirittura alcuni tipi di carne, come per esempio la carne bianca, sono considerati dagli esperti alimenti che proteggono dal diabete di tipo 2 (scopri di più). Ecco perché chi ha il diabete non deve rinunciare a salumi e affettati: in ogni caso, i migliori salumi per il diabete sono considerati quelli più magri, come la bresaola, lo speck e il prosciutto crudo.

 

Salumi con il colesterolo

Anche il consumo di salumi con il colesterolo alto non è un tabù. L’eccesso di colesterolo nel sangue è infatti causato – anche se non esclusivamente – dall’alimentazione, che secondo i medici dovrebbe fornirci giornalmente una dose massima di 200 mg di colesterolo per evitare squilibri. La dieta per il colesterolo deve quindi evitare cibi che contengono lipidi e grassi saturi in abbondanza, ma a dispetto di ciò che spesso si pensa i salumi non sono tra questi perché sempre più hanno ridotto il loro contenuto di grassi per incrementare invece la qualità nutrizionale. Anche chi soffre di colesterolo alto può dunque mangiare salumi con basso colesterolo – in dosi limitate e nel contesto di un’alimentazione sana e variegata – come la bresaola, il prosciutto cotto e il prosciutto crudo: scopri i migliori salumi contro il colesterolo.

 

Salumi con ipertensione

Le persone che soffrono di ipertensione arteriosa, ovvero una eccessiva pressione sanguigna che può comportare patologie cardiovascolari e rischio infarto, sono spesso costrette a ridurre il consumo di sodio e di conseguenza a rinunciare ad alimenti contenenti sale, grassi idrogenati e zuccheri. Il contenuto di sale dei salumi è spesso e volentieri al centro del dibattito, ma come abbiamo più volte affermato i produttori italiani di salumi di qualità hanno da tempo ridotto la quantità di sodio presente negli affettati (scopri di più). Nelle diete per ipertesi gli alimenti animali non vengono eliminati, ma si privilegiano quelli meno salati: tra essi possiamo includere anche i salumi con meno sale, come la mortadella e il prosciutto cotto (scopri i salumi adatti agli ipertesi).

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