consumi e vendite di prosciutto crudo a fine 2023 e inizio 2024
Prosciutto crudo, i consumi nel periodo novembre 2023-gennaio 2024

Si compra meno prosciutto, anche perché costa di più: i dati

In Italia a cavallo tra l’anno vecchio e quello nuovo si è mangiato meno prosciutto crudo rispetto a 12 mesi fa, e la causa è probabilmente da ricercare nell’aumento dei prezzi al dettaglio. È questo, in estrema sintesi, quanto emerge dall’indagine di Teseo by Clal sui consumi di carne e salumi nel trimestre a cavallo tra 2023 e 2024.

 

Consumo prosciutto crudo in Italia: valore e quantità

Il gruppo di ricerca, specializzato nell’analisi dell’andamento e dei fenomeni del mercato agroalimentare e in particolare dei settori lattiero caseario e suinicolo, ha preso in esame i dati relativi ai consumi retail di carne e salumi nel periodo compreso tra novembre 2023 e gennaio 2024 (per consumi retail si intende la vendita al dettaglio, dalla grande distribuzione organizzata fino ai piccoli negozi), focalizzandosi sulle vendite di prosciutto crudo, uno dei salumi più acquistati dagli italiani.

I dati analizzati mostrano una flessione dei consumi di prosciutto crudo nel trimestre interessato: -4,6% di quantità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segno che tra fine 2022 e inizio 2023 i consumatori italiani avevano acquistato volumi maggiori di prosciutto crudo. L’indagine mette però in evidenza un dato in aumento: quello del valore, che ha fatto registrare +2,1% rispetto a 12 mesi prima. Questa crescita nonostante la diminuzione delle quantità significa che il prezzo del prosciutto crudo al dettaglio è aumentato nel giro di un anno.

 

Consumi di prosciutto crudo DOP e non a marchio DOP

Dai dati di mercato emergono inoltre alcune significative differenze tra le diverse tipologie di prosciutto, con e senza marchio di tutela: rientrano nella prima categoria tutti i prosciutti crudi a marchio DOP (scopri i prosciutti crudi DOP italiani), nella seconda – ai fini della ricerca – tutti gli altri. In particolare si rileva che:

  • i consumi di prosciutto crudo DOP nel periodo novembre 2023-gennaio 2024 sono diminuiti del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un aumento in valore dell’1,7%;
  • i consumi di prosciutto crudo non DOP, invece, sono calati leggermente di meno in volume (-4,5%) ma hanno fatto registrare un aumento in valore maggiore, pari a +2,7%.

 

Appare dunque evidente che, al netto di una flessione generalizzata dell’acquisto di prosciutto crudo, a risentire maggiormente dell’aumento del prezzo al consumo sono stati i prosciutti crudi non a marchio DOP. Questo rimarca inoltre la tendenza, da parte dei consumatori, a indirizzarsi su salumi di alta qualità garantita dal marchio di tutela: che si tratti di DOP, come nel caso del Prosciutto di Parma, o IGP, come la Bresaola della Valtellina, gli italiani prediligono prodotti stagionati certificati e di qualità.

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