Il Prosciutto di Parma è il primo IG in Giappone
Il Prosciutto di Parma è il primo IG in Giappone

Storico risultato per l’eccellenza made in Italy

Storico traguardo quello raggiunto nelle scorse settimane per il Prosciutto di Parma DOP, che in seguito a una cerimonia ufficiale tenutasi nella prefettura di Chiba alla presenza delle massime autorità in materia e di molti ospiti nazionali e internazionali è stato riconosciuto dal governo giapponese come Indicazione Geografica: è il primo – e per ora unico – prodotto estero a riuscire in questo obiettivo.

Il riconoscimento di Indicazione Geografica per il Prosciutto di Parma

Il risultato è il frutto di un lungo iter burocratico con risvolti anche a livello politico, che è ha gettato le basi ben diciassette anni fa, quando il prosciutto crudo d’eccellenza prodotto in Italia era stato registrato con il marchio Corona Ducale, e poi continuato il proprio percorso di tutela in Estremo Oriente con il riconoscimento come Regionally Based Collective Trademark nel 2006.

Ora, con l’Indicazione Geografica, il Prosciutto di Parma diventa ancora più riconoscibile grazie al logo della IG sull’etichetta e di fatto potrà contate anche sul mercato nipponico su tutte le tutele di cui gode in Europa: questo significa concretamente la protezione diretta del Consorzio del Prosciutto di Parma sui diritti di proprietà intellettuale e un’attività di tutela ufficiale ad opera delle autorità giapponesi.

Prosciutto crudo Menatti - Esportazioni in Giappone

Il successo del prosciutto crudo nel mercato giapponese

Il riconoscimento dell’IG permetterà al Prosciutto di Parma di diffondere il proprio concetto di DOP e le caratteristiche che lo rendono un prodotto unico al mondo, simbolo dell’eccellenza made in Italy in ogni angolo del pianeta, frutto dell’applicazione delle rigide regole definire dal disciplinare di produzione. Il mercato nipponico, inoltre, è particolarmente recettivo: il Giappone è il primo Paese in termini di esportazioni di prosciutti dall’Italia, con circa 107mila unità e un valore complessivo di 11 milioni, nonché il secondo al di fuori dell’Unione Europea dopo gli Stati Uniti. E questo considerando anche le notevoli differenze culturali e gastronomiche tra la nostra popolazione e quella giapponese, che non ha certamente il prosciutto crudo tra le proprie fondamenta alimentari.

Il direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma, Stefano Fanti, ha commentato la notizia con grande soddisfazione: “Siamo orgogliosi di questo risultato, che premia l’indubbia qualità del Prosciutto di Parma. È un passo significativo che ci auguriamo possa aprire la strada ad altri prodotti italiani ed europei a indicazione geografica”. L’accordo bilaterale tra Giappone e Unione Europea stipulato di recente rappresenta un’importante svolta in questa direzione.