Italian sounding ad Anuga 2017
Italian sounding ad Anuga 2017

Un’ulteriore tutela per i prodotti made in Italy

Il problema della comunicazione ingannevole effettuata attraverso il cosiddetto Italian sounding torna alla ribalta in questo mese di ottobre grazie a Federalimentare, che ha inferto un duro colpo ai prodotti tarocchi in occasione dell’edizione 2017 di Anuga.

Anuga 2017 – grandi risultati per il made in Italy

Anuga (acronimo di Allgemeine Nahrungs- und Genussmittel-Ausstellung, vale a dire “Esposizione generale del cibo e delle bevande”) è la più importante fiera per il settore agroalimentare e delle bevande a livello internazionale e si tiene con cadenza biennale in Germania, nella città di Colonia. L’appuntamento con Anuga rappresenta per le principali aziende mondiali del settore un’opportunità unica di stabilire nuovi contatti commerciali, presentare le principali novità del settore, anticipare sulle tendenze future e conoscere decision-maker provenienti da tutto il mondo.

In occasione di questa manifestazione l’alimentare italiano ha saputo farsi valere anche in terra tedesca esibendo tutta la propria qualità e la propria eccellenza grazie alla presenza di ben 1200 imprese food&beverage della nostra penisola, prima nazione per numero di espositori. Ma i risultati sono stati significativi non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l’aspetto del controllo e della tutela del cibo made in Italy: durante la fiera infatti Federalimentare, che rappresenta e promuove l’industria italiana degli alimenti e delle bevande, ha attivato un desk di ascolto e consulenza, in collaborazione con uno studio legale italo-tedesco e con Fiere di Parma, con lo scopo di raccogliere segnalazioni e contrastare il fenomeno dell’Italian sounding.

Il fenomeno dell’Italian sounding e la sua diffusione

I risultati sono stati molto positivi. Il fenomeno di impiego di denominazioni ingannevoli per far passare come italiani prodotti che di italiano non hanno nulla è stato individuato, denunciato e fermato all’interno della stessa esposizione tedesca. Grazie ad opportune segnalazioni sono stati ritirati prodotti con nomi che evocano l’italianità, come la pasta Ciao e la passata Tomatino, che facevano bella mostra negli standi di Serbia, Grecia, Romania, Turchia, Panama e Ucraina. Inoltre le autorità hanno sequestrato falso Parmigiano Reggiano, che utilizzava il nominativo “Parmesan” per formaggi non conformi al disciplinare di produzione sancito dal DOP.

Non è la prima volta che viene notata la presenza di prodotti con nomi ingannevoli spacciati per eccellenze made in Italy tra gli stand delle esposizioni alimentari: il fatto che ciò avvenga anche al più importante appuntamento food&beverage a livello internazionale la dice lunga sulla diffusione e sulle dimensioni di questo fenomeno.

Forme di Parmigiano Reggiano originale: il problema della contraffazione del Made in Italy

Si stima infatti che il giro d’affari legato alla contraffazione dei prodotti italiani e all’Italian sounding abbia un valore di oltre 60 miliardi di euro e in modo particolare è il mercato americano quello ad essere più esposto all’immissione di cibi spacciati per made in Italy. L’azione di contrasto e di tutela delle eccellenze gastronomiche italiane è, quindi, più che mai fondamentale.