24
Apr

Spesso sentiamo o leggiamo notizie infondate che inseriscono gli allevamenti tra le principali cause dei cambiamenti climatici in atto, ma la realtà è ben diversa. Per prima cosa è importante chiarire che il gas metano rappresenta una delle cause dell’effetto serra, insieme alla famigerata anidride carbonica (CO2) prodotta dai gas di scarico delle automobili.
I batteri “metanogeni” sono presenti soprattutto nell’apparato digerente degli animali ed è quindi chiaro che il bestiame produce questo gas, unitamente ad anidride carbonica, nei suoi processi metabolici.
La quantità di gas ad effetto serra prodotta dagli allevamenti è però irrisoria rispetto a quella di cui si parla a livello globale.
Sicuramente gli allevamenti sono fonte di gas nocivi per il nostro pianeta, ma in realtà si stima che le emissioni di anidride carbonica e di metano da essi derivanti equivalgono all’incirca al 25% delle emissioni totali. Inoltre, il 4% delle emissioni globali di gas metano deriva dalle risaie.
L’aumento dei livelli di CO2 e metano nell’atmosfera è da imputare alle attività svolte dall’uomo, che nulla hanno a che fare con l’allevamento di bestiame. Oltretutto, in passato in Italia vi era un numero molto maggiore di capi di bestiame rispetto ad oggi e queste problematiche ambientali non erano nemmeno prese in considerazione. Al giorno d’oggi il numero di animali presenti è diminuito e si sono notevolmente evoluti sia i mangimi di cui essi si nutrono, sia le tecniche che permettono una maggiore assimilazione dei nutrienti da parte del bestiame, così da limitare il più possibile le emissioni di gas a effetto serra.
Inoltre, il metano derivante dagli allevamenti, nella maggior parte dei casi, può essere raccolto e utilizzato come combustibile, trasformando un problema in una parziale soluzione.
Parlare di bovini e suini come maggiori responsabili dell’effetto serra, quindi, non rappresenta un’affermazione veritiera, ad inquinare maggiormente è l’uomo, che va pertanto considerato il principale responsabile dei danni ambientali.