differenze tra sale e sodio nell'alimentazione
Differenza tra sale e sodio nei salumi

Guida al consumo responsabile di sodio nella dieta quotidiana

Le diete iposodiche sono quelle che prevedono il consumo di alimenti con poco sale o addirittura cibi senza sale. Tuttavia, spesso ci dimentichiamo di un dettaglio non da poco: un regime alimentare povero di sodio non significa necessariamente povero di sale, perché sodio e sale non sono esattamente la stessa cosa. Scopriamo meglio questa differenza fondamentale.

 

Sale e sodio: che differenza c’è?

Quello che noi chiamiamo comunemente sale, o sale da cucina, è il cloruro di sodio, che come suggerisce il suo simbolo chimico NaCl è composto da atomi di sodio e atomi di cloro in numero uguale. Il sodio, di conseguenza, è uno degli elementi che costituisce il sale ma non l’unico: ecco spiegata la differenza tra sodio e sale. Dal canto suo il sodio è un minerale, che come molti altri è fondamentale nello svolgimento di varie funzioni metaboliche dell’organismo: per esempio, il sodio regola il flusso di nutrienti a livello delle cellule ed è coinvolto anche nella regolazione del ph del sangue.

 

Quanto sodio c’è nel sale? E quanto negli alimenti?

Le corrispondenze tra sodio e sale sono le seguenti:

  • in 1 grammo di sale (cloruro di sodio) si trovano mediamente 0,4 grammi di sodio;
  • 1 grammo di sodio corrisponde invece a 2,5 grammi di sale da cucina.

 

Attenzione dunque ai valori nutrizionali riportati sulle etichette degli alimenti: nella tabella nutrizionale dei cibi è indicato il valore di sale contenuto nei prodotti, non quello di sodio. Per calcolare quanto sodio contiene un alimento, pertanto, dovremo dividere il valore del sale per 2,5. Di conseguenza, un prodotto a basso contenuto di sale avrà un contenuto di sodio ancora più ridotto.

 

Il sodio fa male?

Il fabbisogno giornaliero di sodio secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è mediamente di 2 grammi, mentre secondo altri autorevoli nutrizionisti si può arrivare fino a un massimo di 3,5 grammi quotidiani. Così come è importante evitare la carenza di sodio, che può causare sintomi come nausea e anoressia, è altrettanto fondamentale prevenire l’eccesso opposto: un elevato consumo di sodio ha come conseguenza l’aumento della pressione nel sangue e favorisce il rischio di ipertensione.

Al di là della dieta iposodica per individui affetti da particolari disturbi o patologie, gli esperti consigliano di adottare un’alimentazione con poco sodio per un motivo molto semplice: nelle moderne abitudini alimentari dei Paesi occidentali si riscontra un’eccessiva assunzione di sodio, che alla lunga può essere causa di malattie cardiovascolari. Un corretto regime alimentare ispirato alla dieta mediterranea contempla invece un consumo limitato di sodio, privilegiando cibi e condimenti con poco o zero sodio.

 

Alimenti con più e meno sodio: i salumi

I principali cibi poveri di sodio sono:

  • la frutta e la verdura;
  • le uova;
  • il latte e il burro;
  • la carne, in particolare la carne bianca;
  • l’olio d’oliva;
  • i cereali;
  • i legumi.

 

Tra gli alimenti con elevato contenuto di sodio troviamo invece i cibi confezionati o precotti, il dado industriale, le bibite gassate, le patatine, la salsa di soia e i formaggi stagionati.

Il contenuto di sodio nei salumi è strettamente legato al loro contenuto di sale: come sappiamo, oggi i produttori di salumi italiani sono costantemente impegnati nella riduzione dell’impiego di sale nella lavorazione, che rimane comunque un ingrediente fondamentale e al quale non si può rinunciare, e nella commercializzazione di linee di affettati benessere a basso contenuto di sodio.

Scopri i salumi con meno sale

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