Non c'è nessuna prova che certifica una relazione tra cibo e diffusione del virus
Salumi e coronavirus: nessun rischio per la salute

Gli alimenti possono essere un fattore di contagio da covid-19?

L’emergenza coronavirus ha imposto da giorni misure straordinarie su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di limitare la diffusione del covid-19 e tenere sotto controllo l’epidemia. Le preoccupazioni dei consumatori sono rivolte, fra l’altro, anche al cibo, in particolare all’acquisto e al consumo di alimenti freschi come possono essere pane, formaggio e salumi. 

 

Gli alimenti possono trasmettere il coronavirus? 

 

No. Sulla base delle evidenze scientifiche raccolte e fin qui disponibili, gli esperti hanno dichiarato che gli alimenti non possono essere considerati cause del contagio da coronavirus. Il passaggio del virus covid-19 da un individuo all’altro è veicolato prevalentemente dalle rispettive secrezioni respiratorie, che sono veicolo della trasmissione, mentre non è accertata nessuna infezione attraverso il cibo

Lo stesso Ministero della Salute italiano cita, tra le modalità di trasmissione del coronavirus, la saliva (tosse e starnuti), il contatto tra mani contaminate e il volto e il contatto diretto tra persone. Solitamente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti: il Ministero invita i cittadini a rispettare le pratiche igieniche necessarie in cucina e ad evitare il contatto tra cibi cotti e crudi. 

 

Il coronavirus sulle superfici 

 

Un ulteriore approfondimento merita la sopravvivenza del virus sulle superfici. Come osserviamo quotidianamente, il virus in questione è in grado di propagarsi molto rapidamente attraverso l’aria, ma ancora non conosciamo con precisione quanto può durare il coronavirus sui materiali che manipoliamo più comunemente: carta, plastica, vetro, ecc. 

Gli scienziati sono tutt’ora al lavoro per avere risposte certe, ma l’ipotesi degli esperti è che il covid-19 può sopravvivere per alcune ore anche sulle superfici: i pacchi provenienti dalla Cina sono stati dichiarati innocui per la salute proprio per la durata del tragitto e per le temperature a cui sono esposti (il virus soffre il caldo). Va rimarcato come il virus viene eliminato dai disinfettanti comuni contenenti alcol al 75% o dalla candeggina, pertanto è sempre bene ricordarsi di pulirsi accuratamente le mani prima di manipolare il cibo

 

Rischio coronavirus: i salumi sono sicuri? 

 

Fatte queste doverose premesse, possiamo affermare che la risposta è sì, possiamo consumare tranquillamente i salumi, così come gli altri prodotti freschi, senza paura di prendere il coronavirus. All’interno dei salumi è presente una comunità microbica che li rende dei cosiddetti sistemi vivi, come ci testimoniano per esempio le muffe del salame (clicca qui per scoprire di più): questi microrganismi possono determinare un habitat ostile per il virus, così come anche il tempo trascorso tra l’acquisto e il consumo e la manipolazione dell’alimento (l’affettatura), purché corretta, sono considerati elementi di sicurezza. 

Anche acquistare i salumi affettati al banco del supermercato non è rischioso, a patto che gli operatori indossino gli appositi guanti e rispettino le regole igieniche tradizionali: è decisamente più probabile essere contagiati dal coronavirus attraverso le maniglie dei carrelli, i pulsanti del bancomat e le altre superfici che 

tocchiamo facendo la spesa. Se però volete essere sicuri al 100%, optate per i salumi affettati in busta, che hanno anche il vantaggio di poter essere conservati più a lungo in frigo: in periodi di isolamento e di scorte alimentari, meglio tenerne conto.